«Ce l’ha ricordato papa Francesco ad inizio d’anno: “nella cura della persona malata il sostantivo “persona”, viene sempre prima dell’aggettivo “malata”» ha affermato Nicola Di Matteo, coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia, presente al recente Congresso Regionale del PdF, in occasione della XXVIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO.
«Papa Francesco ha ricordato con forza agli operatori sanitari» continua Di Matteo “che il loro agire sia costantemente proteso alla dignità e alla vita della persona, senza alcun cedimento ad atti di natura eutanasica, di suicidio assistito o soppressione della vita, nemmeno quando lo stato della malattia è irreversibile.” «Proprio per questo il Popolo della Famiglia, che ha nel proprio DNA l’attenzione alla cura dei malati e della vita, continuerà ad affermare che la Vita va rispettata sempre e integralmente, con la tutela della dignità del morire nel senso di rispettare il malato nella fase finale della vita, escludendo sia l’anticipo della morte (eutanasia/suicidio assistito), sia il protrarsi con il cosiddetto ‘accanimento terapeutico’.» «Nei prossimi giorni» ha sottolineato Nicola Di Matteo «ci troverete ancora una volta davanti al tribunale di Massa Carrara, per manifestare all’udienza penale che vede imputati Marco Cappato e Mina Welby per aver violato l’art. 580 del codice penale avendo aiutato il suicidio Davide Trentini, di 53 anni affetto da sclerosi multipla. Con le nostre bandiere e la nostra presenza saremo a Massa ad affermare che “la vita è un bene indisponibile”, che “il primo diritto è quello alla vita”, e un sereno ma fermo “no alla cultura della morte” che considera le persone cose da eliminare quando non servono più e gravano sul bilancio sanitario nazionale.» Il Circolo di Padova del Popolo della Famiglia ricorda che «Non può esserci in una società civile il pensiero che esistano “vite indegne di essere vissute”. La battaglia di Cappato e soci, contro cui ci schieriamo senza tentennamenti, spaccia per libertà l’ennesimo condizionamento che farà sentire ancora più angosciati i sofferenti già turbati dalla loro condizione, facendoli sentire un peso e dignitosi solo se si toglieranno di mezzo. Non è difficile capire verso quale orizzonte ci stiamo dirigendo. Affiancateci dunque in questa battaglia al grido di “Viva la Vita!»
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